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Niente teste di cazzo: lezioni di vita e di leadership dagli All Balcks di James Kerr

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Trama

In questo libro James Kerr ci racconta la disciplina, le strategie, i segreti che hanno portato gli All Blacks neozelandesi ad essere la squadra di Rugby più forte al mondo. Un team che negli ultimi 100 anni ha vinto più del 75% dei match internazionali disputati. Cosa possiamo imparare da loro e applicare la disciplina a noi come individui, come squadra o come azienda? 

L’autore ci spiega proprio questo, quali sono i principi che guidano la squadra e come poterli fare nostri.

Autore

James Kerr è uno scrittore, oratore, allenatore e consulente di successo che aiuta a creare culture per portare alte prestazioni in squadre e organizzazioni d’élite. È l’autore del best-seller mondiale “Legacy” (“Niente teste di ca*zo”) che offre una visione unica della squadra sportiva di maggior successo, gli All Blacks. Ha lavorato con alcune delle organizzazioni più eccezionali del mondo: dalle forze speciali di livello uno alle squadre di Formula 1,  dai dirigenti di Premiership Football alle squadre olimpiche, da Google a Spotify fino a Boeing.  

Niente Teste di Caz*o

I maori credono che la haka trascini i tipuna, i nostri antenati, fuori dalla terra e dentro l’anima. 

Spesso mentre la haka raggiunge il suo apice, la squadra avversaria ha già perso. Perché il rugby, come gli affari e la vita, si gioca prima di tutto nella testa. 

Il libro è suddiviso in brevi capitoli che esplorano i principi cardine che guidano gli All Blacks. Alcuni di questi sono: carattere, adattamento, scopo, responsabilità e aspettative.

Carattere

I maori hanno una parola, taonga, che significa tesoro. La maglia nera con la felce argentata è taonga, un oggetto sacro. Questo sarà un elemento ricorrente nel libro. Il valore che gli All Blacks danno alla maglia è quasi divino, la possibilità di indossarla per loro è un grande onore.

All’interno della squadra, il rito da seguire è quello di una whare, un luogo di culto maori, dove tutti hanno l’opportunità di parlare, di dire la propria verità, di raccontare la propria storia. Questo può adattarsi alla perfezione anche in contesti aziendali o di team, dove poter dire la propria opinione o idea risulta fondamentale per il benessere della squadra stessa.

La sfida è migliorare sempre, perfezionarsi di continuo, anche quando sei già il migliore. Soprattutto quando sei il migliore.

La disciplina personale è fondamentale, infatti gli All Blacks puliscono sempre i propri spogliatoi in prima persona. Questo “ti insegna a non aspettarti le cose pronte”. Anche noi nel nostro contesto possiamo creare un clima dedicato alle piccole azioni che possano creare disciplina, soprattutto sul lungo termine. 

La performance è una combinazione di capacità e comportamento. Quest’ultimo si può suddividere in:

  • Comportamento pubblico, che comprende quelle aree della vita di un giocatore che dipendono dal protocollo della squadra o del team. In questo caso è richiesta professionalità, impegno fisico e competenza.
  • Comportamento privato, è quello in cui dedichiamo tempo a noi stessi e dove si svolge il nostro “gioco” mentale. Qui si disputa la partita più importante, nel confronto quotidiano con le nostre abitudini, i nostri limiti, le tentazioni e le paure.

L’umiltà, l’aspettativa e la responsabilità sono gli elementi che rendono la squadra la migliore al mondo. 

Piuttosto che impartire lezioni, gli allenatori degli All Blacks tendono a porre domande, prima a sé stessi e poi ai loro giocatori: “Che cosa ne pensate?”. In questo modo si creerà un clima collaborativo e di vera e propria squadra.

Adattamento

Un efficace cambiamento organizzato richiede 4 fasi:

  • Un motivo per cambiare
  • Una visione convincente del futuro
  • Una capacità duratura di cambiare
  • Un piano credibile da eseguire

Le culture non sono sottoposte a una crescita lineare, ma piuttosto a un processo ciclico, composto da 3 fasi: 

  • Fase di apprendimento: dove facciamo esperienza di un calo della nostra performance mentre cerchiamo di farci strada in un ambiente sconosciuto. In questa fase tenderemo a cercare di imparare qualcosa di nuovo e le lezioni apprese saranno fondamentali per passare alle fasi successive;
  • Fase di crescita: grazie allo sforzo e alle lezioni apprese, arrivano le ricompense, le lodi, le lusinghe e presto ci si ritrova sulla cresta dell’onda;
  • Fase di declin:, subito successiva a quella sensazione di onnipotenza e successo appena vissuta, ci ritroveremo in un declino, dove quelle ricompense e lusinghe ricevute, tenderanno a diminuire.

Il segreto consiste nel cambiare il gioco quando si è nella fase di crescita, senza soffermarci troppo sulle lodi che stiamo ricevendo, ma piuttosto cercare di reclutare nuovi talenti, cambiare tattica e rivalutare la strategia.

Nell’aeronautica militare degli Stati Uniti d’America un modello classico è il Ciclo decisionale OODA:

  • Osserva 🡪 la fase di raccolta dati attraverso i sensi. Quindi osserveremo il campo di battaglia, il contesto nel quale viviamo;
  • Orienta 🡪 La fase della analisi e sintesi di tutti i dati disponibili, così come un computer dobbiamo cercare di elaborare tutti i dati appresi nella fase di osservazione;
  • Decidi 🡪 La fase di scelta, una volta elaborate le informazioni dobbiamo stabilire la linea di condotta migliore;
  • Agisci 🡪 La fase esecutiva, dobbiamo agire rapidamente e con decisione per approfittare del momento.

Riassumendo in linguaggio All Blacks: “Aggredisci gli spazi!”, “Quando sei in vantaggio cambia gioco.”

Scopo

Dopo un periodo di crisi, il focus si trasferisce nello sviluppare la squadra come persone e come sportivi professionisti, così da ottenere il carattere, la disciplina e le capacità umane per essere leader dentro e fuori dal campo.

Gli obiettivi devono essere stabiliti direttamente da giocatori. Se il team è guidato da una visione e da un insieme di valori, tutti devono avere un ruolo enorme nel definirli.

Il collante di qualsiasi cultura, religione, nazione o squadra è il suo senso di identità e scopo.

La ricompensa emotiva è più importante del compenso materiale.

Ubuntu significa che propaghiamo onde da noi stessi verso una comunità più ampia: le nostre azioni influenzano tutti, non solo noi. Nel team e nelle squadre, le nostre azioni hanno un effetto su tutto il gruppo non solo su noi stessi, quindi se abbiamo appreso i valori e fissato gli obiettivi, i singoli agiranno per il bene comune.

Lo scopo della squadra, dell’azienda e del team può essere realizzato utilizzando immaginazione e incisive tecniche di storytelling, inclusi temi, simboli, immagini, rituali, mantra e metafore che creano un senso di unione, una mentalità collettiva davvero collaborativa.

Responsabilità

I leader creano leader trasferendo responsabilità e creando fiducia

Il leader stabilisce obiettivi e parametri, poi passa la palla alla squadra, cedendo la responsabilità dell’attuazione e dei dettagli.

Nel mondo VUCA (Volatility, Uncertainty, Complexity, Ambiguity) in cui viviamo, che si tratti dell’esercito, degli affari o dello sport, le squadre devono essere in grado di reagire più rapidamente, di correggere le tattiche e prendere decisioni sul campo. Essendo così volatile, non possiamo permetterci di agire lentamente e posticipare le decisioni, dobbiamo pensare più rapidamente e farlo in team.

Quello che nel libro e nel linguaggio militare viene definito, comando di missione, richiede che il leader fornisca:

  • Un obiettivo chiaramente definito
  • Le risorse
  • Un arco temporale

In una struttura dirigenziale decentrata, i leader devono stimolare il senso di appartenenza, autonomia e iniziativa. Se in un’azienda gli individui non agiscono per uno scopo più alto, non avranno stimoli nel compiere le proprie azioni. Come spiega molto bene, Daniel Pink, in “Drive, cosa davvero guida la nostra motivazione” gli individui sono maggiormente stimolati da quella che definisce Motivazione 3.0, che va oltre il meccanismo di carota e bastone e si base su valori che invece stimolino l’individuo stesso.

Impara

Anche gli uomini d’affari dovrebbero allenarsi. Dovrebbero tornare a casa la sera e analizzare la propria performance.

Il successo può essere attribuito al modo in cui una squadra ha lavorato insieme sotto pressione, a come ha capito l’importanza del lavoro di gruppo e della lealtà, quanto era determinata a fare un centinaio di cose appena l’1% meglio.

Questo guadagno marginale può essere tecnico, fisico, pratico, operativo e persino psicologico 🡪 cento cose fatte meglio dell’1% portano all’accumulo di un vantaggio competitivo.

Secondo Muhammad Ali: “Non sono le montagne davanti a te che ti consumano, ma il sassolino nella scarpa.

O come ho tatuato sul polso “Gutta Cavat Lapidem” con questa frase Seneca ci racconta come anche una piccola gocciolina, con la costanza, riesca a perforare una grande roccia.

“Gli All Blacks sono notoriamente attenti a eliminare ed evitare le influenze superflue, così come sono curiosi e innovativi quando bisogna cercare stimoli, conoscenza e punti di vista diversi.”

Gli esseri umani sono motivati da uno scopo, dall’autonomia e da una spinta verso la competenza. 

I bravi leader creano un ambiente dove le persone possono sviluppare le proprie capacità, conoscenze e personalità. Questo conduce a un ambiente di apprendimento, a una cultura della curiosità, dell’innovazione e a un miglioramento continuo.

Whanau

Whanau significa nascere o generare. Per i maori indica la famiglia allargata, mentre nel linguaggio comune ha finito per significare il gruppo di amici, i partner, la tribù, la squadra. Un po’ come Ohana per Stitch e la cultura hawaiana.

Il cestista e allenatore Red Holzman disse che: “in un buon team non ci sono superstar, ma grandi giocatori che dimostrano di esserlo facendo gioco di squadra, che si sacrificano e fanno il necessario per aiutare la squadra a vincere”.

Owen Eastwood afferma che i primi passi per sviluppare una mentalità della performance ad alto livello sono:

  • Selezione basata sul carattere
  • Comprensione della propria strategia di cambiamento
  • Dare uno scopo comune
  • Trasferire la leadership
  • Favorire un ambiente di apprendimento

Il passo ulteriore consiste nel comunicare e trasformare i parametri in azioni. Il miglior modo per farlo è attraverso una gestione diretta dei membri del team.

Come abbiamo visto anche nel libro “L’unica regola è che non ci sono regole” di Reed Hastings, un singolo egoista che non rispetta i valori e la disciplina della squadra, infetta il gruppo: allontanatelo e il gruppo di rinsalderà e guarirà. 

I grandi leader hanno cominciato facendo salire sul bus le persone giuste e facendo scendere quelle sbagliate, poi hanno capito come guidarlo”, parafrasando possiamo dire che la selezione delle persone che andranno a formare il nostro team è il primo passo per poter effettivamente raggiungere un risultato.

“I grandi leader proteggono spietatamente la propria squadra, incoraggiano il legame, la collaborazione e la comproprietà, alimentando un ambiente sicuro, fatto di fiducia, rispetto e senso di famiglia.”

Aspettative

Uno dei consigli da apprendere è cercare di memorizzare come ci si sente dopo una sconfitta in modo da impegnarsi per non sentirsi mai più così.

Il rugby degli All Blacks ha una storia di successo tale che l’aspettativa in Nuova Zelanda è che debbano vincere ogni test match. Se non ci fosse quella aspettativa, non avrebbe raggiunto questi standard.

I leader di successo hanno elevati parametri di riferimento. Fissano in alto le proprie aspettative e cercano di superarle. La nostra autodeterminazione non è sempre libera e intenzionale, ma è piuttosto una risposta agli stimoli che ci circondano, all’ambiente fisico e psicologico, al modo in cui il nostro mondo viene postulato attraverso il linguaggio. Cerchiamo di creare intorno a noi il giusto ambiente con i giusti stimoli, questo ci permetterà di migliorare le nostre prestazioni e ci porterà verso il nostro obiettivo.

Il linguaggio che usiamo si radica e diventa azione, quindi è fondamentale rispettarlo, plasmarlo e utilizzarlo strategicamente.

Può diventare utile innalzare il nostro sguardo, se aspiriamo all’eccellenza, e crearci un’immagine mentale di un’ambizione estrema, persino irrealistica. Non importa se sia vera, ragionevole o possibile, importa che lo facciamo.

Preparazione

Sapere come lavora il cervello sotto stress e come tenere sotto controllo una situazione del genere è fondamentale per poter agire in queste situazioni.

Non importa cosa fai nella tua vita, è sempre una questione di ripetizioni o di distanza percorsa, il continuo progresso può portare sempre ad un miglioramento e al raggiungimento del nostro obiettivo.

Bede Brosnahan di Gazing individua le persone H.O.T. che possono essere definite teste rosse:

  • Heated
  • Overwhelmed
  • Tense

La condizione opposta viene definita testa blu ed è l’abilità di conservare chiarezza, consapevolezza della situazione, accuratezza nell’analisi e capacità di prendere buone decisioni sotto pressione.

Sempre Bede Brosnahan di Gazing definisce il sistema ACT:

  • Alternative —> Esaminare le alternative, adattarsi, regolare e prelevare;
  • Conseguenze —> Comprendere la probabilità di rischio e guadagno di ogni alternativa e valutare accuratamente ciò che serve;
  • Task Behaviours —> Concentrarci sul compito e seguire le tattiche e la strategia.

Allenandoci con intensità, rendiamo la nostra performance più automatica, se possiamo controllare la nostra attenzione ci concentreremo su ciò che possiamo dominare, senza preoccuparci di quanto non è in nostro potere.

Come l’esercizio fisico è fondamentale per la resa, così come l’allenamento psicologico intensivo è fondamentale per sviluppare resistenza mentale e capacità di reazione.

Pressione

La condizione Testa Rossa è ciò che Suvorov definiva Buio, cioè un circolo vizioso di autogiudizio, rigidità, aggressione, chiusura e panico. Testa Blu è invece la Luce, una calma profonda in cui si è concentrati sul proprio compito, sulla zona d’azione, sulla partita. Si ha dunque il controllo completo della situazione.

Quando riconosciamo i sintomi della pressione possiamo usare la tecnica dell’ancoraggio per riavviarci e rifocalizzarci.

Negli ambienti ad alta performance, come definito da diversi studi sociologici, le persone condividono le stesse mappe, il medesimo linguaggio comune, che sia uno schema, singole parole, frasi o mantra che conducono alla chiarezza in modo  da avere un’enciclopedia semantica comune che permetta di comunicare ed esprimersi al meglio.

Molti mantra condividono la cosiddetta, Regola del Tre, cioè un insieme di tre parole o frasi che conducono insieme al cambiamento in un processo progressivo. Quindi ad esempio i mantra, le frasi della squadra, ecc… tendono ad avere tre elementi principali.

Sfruttando questa struttura a tre punti, i mantra creano una robusta catena di eventi linguistici e allontanano dal caos attraverso la chiarezza e l’azione.

La pressione è fatta di aspettativa e conseguenza, è il sipario che cala, la saracinesca che si abbassa, la nebbia che sale e conduce alla tensione, al panico e a una pessima capacità di prendere decisioni.

Autenticità

“La maggior parte dei leader che falliscono soffrono molto per la mancanza di una forte identità, di fiducia e rispetto di sé stessi. Quando i leader mancano di rispetto agli altri, è perché non ne hanno per sé.”

Non dobbiamo farci intrappolare dai dogmi, dobbiamo invece avere il coraggio di seguire il nostro cuore e il nostro intuito: essi sanno già che cosa volete diventare davvero. Tutto il resto è secondario.

“Capire chi sono è un punto fondamentale e lo si può ricercare attraverso l’onestà e l’integrità.”

I sistemi falliscono per l’incapacità di lavorare bene insieme, basti pensare al tempo sprecato in riunioni, in cui le persone arrivano in ritardo o non si presentano affatto, alle scadenze che slittano, alle telefonate fatte a causa di un imprevisto, alle relazioni rovinate perché uno dei due ha deluso l’altro.

Se i nostri valori, pensieri, parole e azioni sono allineati, allora la nostra parola corrisponde al nostro mondo. Riprendendo anche qui l’enciclopedia linguistica vista nel capitolo precedente.

Sacrificio

Bisogna sempre porsi due domande fondamentali quando entriamo in un team, in una squadra di alto livello, dove il sacrificio ha un’importanza primaria. 1. Che cosa ho da offrire alla squadra? 2. Che cosa sono pronto a sacrificare?

“I campioni vanno oltre.”

Che cosa vuol dire sacrificio? In una squadra è tutto, significa spingersi al di là della propria comfort zone, fare degli extra, andare oltre ciò che ti è stato chiesto di fare o che qualcun altro farà.

Linguaggio

Il libro nero degli All Blacks è formato da una serie di perle di saggezza, sotto forma di aforismi come: “Nessuno è più grande della squadra.”, “Lascia la maglia in un posto migliore.”, “Lavora più duramente di un ex All Black.”

“I leader sono narratori. Tutte le grandi organizzazioni e le grandi squadre sono nate da una storia accattivante. Questo pensiero centrale aiuta le persone a capire per cosa lottano e per quale motivo.”

Vere o no le storie sono il modo con cui capiamo la vita e il posto che vi occupiamo.

I valori sacri per gli All Blacks sono:

  • Umiltà
  • Eccellenza
  • Rispetto

Per Apple sono:

  • Empatia
  • Concentrazione
  • Attribuzione

Non si tratta di slogan o principi vuoti. Quando è ben costruito, questi pensieri sintetizzati in una sola frase sono uno degli strumenti più potenti per un leader.

Il criterio fondamentale per creare una storia del cambiamento si articola in 4 parti:

  • Credibile e rilevante
  • Visiva e viscerale
  • Flessibile e modulabile
  • Utile

Rituale

I leader motivatori fissano dei rituali che connettono la squadra alla sua narrazione centrale e li usano per : riflettere, ripensare, rinforzare e riaccendere lo scopo e l’identità collettiva, ricollegare alla disciplina e ai valori appena esposti.

“Costruire fiducia, potenziare le persone e guidare comportamenti ad alto rendimento sono compiti che non hanno mai fine, i rituali sono fondamentali per rinforzare il collante emotivo sul lungo termine.”

Alcuni dei rituali degli All Blacks sono: 

  • Tiki, una statuetta maori intagliata, seppellita in un angolo di quello che una volta era il Cardiff Arms Park; il rito di iniziazione; 
  • Le bandiere al muro;
  • Il proprio posto sul bus;
  • Gli inni;
  • I berretti e un centinaio di piccoli rituali, alcuni personali.

 Tutti questi momenti si sommano e incrementano il mana di questo gruppo di persone e il rispetto e la voglia che hanno di giocare l’uno per gli altri.

Grande o piccolo, formale o informale, aziendale o creativo, conscio o meno, il rituale continua a ricreare un senso e a contenere i valori e gli scopi profondi di una persona, di un luogo o di un progetto.

Gli All Blacks sono famosi per la loro haka, uno dei fenomeni più eccitanti e distintivi del mondo dello sport. È un elemento centrale per l’organizzazione della nazionale neozelandese, la amano i tifosi, ma anche chi si occupa di marketing. Eppure, non è per questo che la squadra la segue. Gli All Blacks usano la haka per riconnettersi con il proprio obiettivo fondamentale, per fondersi con il cuore della propria cultura, per evocare in loro aiuto gli antenati della terra, per intimidire il nemico e legarsi gli uni con gli altri. È un vero e proprio rituale che ricorda i loro valori e ciò per cui stanno lottando.

Whakapapa

Whakapapa è la nostra genealogia, il nostro posto nell’ordine delle cose, letteralmente significa disporre strati di roccia uno sopra l’altro, creando così una struttura che raggiunga dalla terra il cielo.

“I veri leader sono amministratori del futuro. Si assumono la responsabilità di incrementare l’eredità.”

Albert Schweitzer, nel suo libro la sopravvivenza dei più saggi, afferma che l’umanità non ha ancora assimilato l’importanza di comprendere lo scopo della vita, l’obiettivo individuale e collettivo e dove esso si situi nello schema evolutivo delle cose.

Come dice un proverbio dell’antica Grecia: “una società cresce quando gli anziani piantano alberi di cui non vedranno mai l’ombra.”

In una società gravemente delusa dalle promesse delle aziende, sembra che il capitalismo abbia l’opportunità di ridefinirsi e giocare una partita diversa: non basta più vincere, bisogna farlo con stile. Dobbiamo lasciare la maglia in un posto migliore. Dobbiamo pensare a valori che vadano oltre il semplice fatturato, che pensino al futuro e che possano portare un vantaggio all’intera umanità. Come disse Sant’Agostino: “La speranza ha due bellissimi figli, lo sdegno e il coraggio. Sdegno per come sono le cose e coraggio per cambiarle.”

Il servizio agli altri è l’affitto che paghi per la tua stanza qui sulla terra” – Muhammad Ali.

Manaaki Whenua, Manaaki Tangata, Haere Whakamua” tradotto in “Prenditi cura della terra, prenditi cura delle persone, vai avanti.”

Eredità

Quando un giocatore entra negli All Blacks, gli viene consegnato un libricino nero, rilegato in pelle. Sulla prima pagina c’è l’immagine di una maglia, quella degli Originals del 1905. Alla pagina successiva c’è un’altra maglia, quella degli invincibili del 1924. Le pagine successive ricordano i principi, gli eroi, i valori, gli standard, il codice d’onore, l’ethos e il carattere della squadra. 

Tutte le altre pagine sono bianche, in attesa di essere riempite. Significano che è il momento di lasciare il tuo segno, di dare il tuo contributo.

Il libro si conclude con questo capitolo, dove vengono elencati e riassunti gli elementi fondamentali, i principi che guidano gli All Blacks e che negli anni, gli hanno permesso di raggiungere questi incredibili risultati.

“Manaaki Whenua, Manaaki Tangata, Haere Whakamua.”

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